L’utopia della meditazione, ecco perché la meditazione non funziona Mi è capitato di imbattermi in vari discorsi sulla meditazione, sul potere di avere una mente che risponde al nostro controllo, flessibile e amichevole e mi sono resa conto che la maggior parte delle persone che si apprestano a meditare o che provano a farlo, spesso ne vengono fuori più confuse e illuse di prima. Si vuol far fronte ai problemi della vita con la meditazione, ma non si considera mai il fatto che alla meditazione ci si deve arrivare gradualmente.
Il pensiero che basti sedersi e non pensare a niente per meditare oltre che utopico e illusorio è anche un po’ avventato e talvolta dannoso. Perchè pongo questi presupposti cosi forti ? Semplice, perchè lo yoga e le pratiche che ne fanno parte, hanno bisogno di molta attenzione e conoscenza per essere applicate con successo e sentirne i reali benefici, soprattutto sull' aspetto mentale. Negli yoga sutra, testo cardine dello yoga, Patanjali ha esplicitamente redatto specifici step per essere uno yogi; primo tra tutti l’impianto etico e morale, ciò che si deve e ciò che non si deve fare (YAMA E NIYAMA), poi c’è la pratica delle posture del corpo ( ASANA), alla quale seguono le tecniche di respirazione (PRANAYAMA), la ritrazione dei sensi che come sappiamo guardano all’esterno di noi (PRATYAHARA), la concentrazione sia nella pratica che nella vita di ogni giorno (DHARANA), per arrivare ora alla meditazione, (DHYANA) e spiccare il volo verso la realizzazione (SAMADHI). Come possiamo ben notare la meditazione è il settimo step, dunque questo significa che per arrivare in cima ad una scalinata, occorre iniziare dal primo gradino... se non si parte dal primo gradino, non si può pretendere di arrivare al settimo con un mega salto, non sarà possibile e ogni tentativo di baipassare gli step precedenti si rivelerà inutile e non produttivo. Bene, ora che abbiamo ben chiaro come agire per meditare dobbiamo renderci conto che, la nostra mente, come ogni altro organo ha una sua azione, un suo ritmo e un suo circolo, quindi tentare di “bloccare” o “interrompere” il ritmo e il circolo dei pensieri non è possibile. Meditare non è sinonimo di svuotare la mente ma piuttosto di riempirla con cose buone. Facciamo un esempio pratico, se mangi male, il tuo intestino ne risentirà, la stessa cosa accade per la mente se la nutri di pensieri negativi, boicottanti, ottenebrati ecc, nel momento che ti siederai per un consulto non potrà darti buoni consigli. Se non sei identificato con la mente i pensieri non possono disturbarti.. ora facciamo un esercizio di visualizzazione : immagina di essere seduto dentro la tua auto e di essere bloccato nel traffico. Il tuo corpo è seduto in auto ma la tua mente, può potenzialmente essere altrove, dunque ti STACCHI e immagini di guardare il traffico dall’alto di una mongolfiera.
Ovviamente in questo caso puoi vedere che c’è sotto di te un ingorgo ma non ne sei toccato perchè non ci sei dentro; questo è ciò che si può tradurre come un distacco emotivo, succede qualcosa ma siamo consapevoli che ciò che succede non intacca la nostra Reale natura dell’ Essere.
Lo scopo delle pratiche di yoga è anche quello di portare la mente ad essere un valido strumento da utilizzare con consapevolezza e all’ occorrenza in maniera impeccabile. Dunque per fare ciò, è essenziale arrivarci gradualmente e rimanere concentrati, su un obiettivo evolutivo e di crescita.
Ps:
visita la nostra sezione accademia di yoga per scoprire tutte le nostre lezioni di yoga on line. Arianna Lorenzini
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